Continuano ad arrivarci e-mail di persone che si mettono in contatto con noi per raccontarci le loro storie di precari e licenziati dalla CGIL. Naturalmente scegliamo di dare spazio a quelle sulle quali c'è già avviato un percorso dinnanzi alla Magistratura competente, ciò onde evitare strumentalizzazioni.
Il fatto però che ci siano casi di persone che non hanno avuto la forza nè il coraggio di denunciare, dovrebbe far riflettere tutti. I lavoratori licenziati dal sindacato sono quasi sempre soli e privi di tutela.
Di seguito la storia di Marinella Tonini licenziata dalla CGIL di Grosseto, reintegrata dal giudice e licenziata cinque minuti dopo dal sindacato. Alleghiamo anche la lettera che scrisse a Guglielmo Epifani per raccontargli ciò che stava accadendo. Naturalmente questa lettera, come tante altre, scritte dai lavoratori licenziati dalla CGIL, rimase senza risposta.
Una riflessione è d'obbligo. E' possibile che tutte queste persone siano pazze? E' possibile che una mattina ci si svegli e si decida di "aggredire" gratuitamente un sindacato al quale si è aderito per anni con spirito di appartenenza? E' possibile che tutte queste persone sono state e restano compagni e compagne che hanno amato la CGIL e ne hanno condiviso valori e battaglie?
C'è o non c'è qualcosa che non va'? Perché continuare a far finta di niente?
Il tutto inizia alla fine del 2002
Viene inviata a tutti i livelli dell’organizzazione una lettera diffamatoria nei miei confronti a nome della funzione pubblica firmata dal suo segretario.
Vista l’impossibilità di far valere le mie ragioni e tutelare la mia onorabilità sono stata costretta a sporgere querela contro il firmatario della stessa.
Da allora la vita è diventata un inferno: ho dovuto subire ogni sorta di pressione affinchè ritirassi la querela, mi era stata offerta anche una somma di denaro per abbandonare spontaneamente l’organizzazione.
Ho dovuto cedere e ritirare la querela, pensavo fosse finita e invece il bello doveva ancora arrivare:
Nel febbraio 2005 passaggio dal libro paga della Camera del Lavoro a quello della Società che gestisce il CAAF. (con verbale di intesa che garantiva il mio rientro in CGIL alla scadenza dell’incarico di direttore di detta società). Hanno aspettato il primo pretesto ed ecco il licenziamento:
Tutto costruito ad arte: Mi vengono richieste con la solita e già conosciuta insistenza le dimissioni dall’incarico con la rassicurazione di un rientro immediato in CGIL ad altro incarico anche se di livello inferiore . Stanca della situazione accetto e consegno le dimissioni “dall’incarico di direttore”. Quel giorno ho firmato la mia uscita dalla CGIL
Il giudice del Tribunale di Grosseto accoglie in pieno il mio ricorso condannando la società al pagamento delle mensilità dalla data del licenziamento alla data dell’udienza e all’immediato reintegro ( nelle sua difesa la CGIL ha cercato in tutti i modi di dimostrare che non vi erano i 15 dipendenti per l’applicazione della’art. 18 )
Obbligati alla riassunzione cosa fanno? Mi licenziano di nuovo!!!!
Motivazione “ non hanno alcuna possibilità per una mia collocazione”
Purtroppo per me la Corte di Appello di Firenze accoglie la loro tesi.
Per I giudici io Mi sono dimessa non mi hanno licenziata!!!!!
Adesso sono in attesa della decisone della Cassazione.
Comunque vada non mi arrenderò! Ovvio se sarà favorevole la strada sarà in salita, ma anche se sarà sfavorevole andrò avanti con il licenziamento CGIL in base all’accordo sottoscritto.
Mi batterò fino a che avrò fiato!!!!!!!!!!!!
Ovviamente ho attivato tutta la procedura interna prevista dallo statuto………ho scritto ai segretari regionali che si sono succeduti nel tempo, mai nessuna risposta..l’ ultima nota, che vi allego, l’ho inviata ad Epifani e per conoscenza a tutta la segreteria nazionale e regionale, quindi anche alla Camusso. Ovviamente nessuna risposta .
Al compagno Guglielmo Epifani
Segretario Generale CGIL
E,p.c; Ai compagni/e componenti la Segretaria Nazionale
Ai compagni/e componenti la Segreteria Regionale Toscana
Caro compagno Epifani
sono trascorsi quasi due anni dal mio brutale allontanamento dall’organizzazione, due anni per me molto difficili trascorsi tra amarezza, delusione e incredulità per la ferocia con la quale mi si è voluto colpire.
Prima forzandomi ad un atto di responsabilità facendomi dare le dimissioni dall’incarico assegnatomi, successivamente utilizzandolo per licenziarmi dalla Società Servizi e dalla CGIL e infine per licenziarmi di nuovo.
Aggressione questa si direbbe del miglior padrone!
Dopo aver operato per oltre 30 anni nella CGIL Grossetana ed aver creduto e contribuito all’affermazione dei valori cardine che hanno fatto grande l’organizzazione anteponendoli ai bisogni personali, questo epilogo ha messo in discussione tutte le mie certezze.
Eppure appena 6 anni fa solo per un preavviso di licenziamento, appena ne sei venuto a conoscenza via radio da uno pseudo grossetano con accento milanese, nella trasmissione radio anch’io, sei intervenuto immediatamente , pensando, credo, che fossero stati lesi i diritti individuali di quel lavoratore, oggi guarda caso, segretario di Organizzazione.
Mi ricordo benissimo il titolo del quotidiano “ La CGIL licenzia un dirigente: Epifani tuona e lo riassume”
Io appena avuto il duplice licenziamento dalla Società Servizi e dalla CGIL , non sono ricorsa ai clamori della stampa per difendermi, ma al contrario nonostante la pesante ingiustizia riservatami ho cercato di difendere l’organizzazione intraprendendo la procedura interna. Purtroppo, e qui la prima grande delusione, tutti i vari livelli dell’organizzazione hanno fatto calare nel nulla le mie pesanti privazioni.
Eppure la compagna Maria Troffa, in nome del Comitato di Garanzia interregionale centro, nel giugno 2007 mi comunicava che per la problematica evidenziata aveva ritenuto utile inviare la pratica al dipartimento Organizzazione.
Dunque i dipendenti della CGIL e delle sue dirette società, come ho potuto constatare, non hanno purtroppo il sindacato che possa difenderli (è cosa normale?).
Ho atteso in silenzio la decisione del Giudice del Lavoro che ha accolto il mio primo ricorso e riconosciuto il diritto alla reintegra nel mio posto di lavoro.
Il Segretario della CGIL Grossetana, invece di comunicarmi la data per riprendere lavoro, mi ha inviato una nuova lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo:
non ci sono mansioni da assegnarmi!. Né all’interno della Società né tanto meno all’interno della Camera del Lavoro, nella quale avrei dovuto rientrare con diritto come da accordo con lo stesso sottoscritto.
Il Segretario della Camera del Lavoro di Grosseto oltre che ignorare i fondamentali diritti dei lavoratori Ignora anche le decisioni della magistratura. Chi gli da questo potere?
Perché questo risentimento violento e aggressivo nei miei confronti ?
Mi chiedo come sia possibile che tutta la CGIL taccia di fronte ad una così grave violazione dei diritti fondamentali sanciti dai contratti collettivi di lavoro prima ancora che dalla legislazione.
Come è possibile che tutti i livelli dell’organizzazione siano chiusi in un’assordante silenzio di fronte a comportamenti che mettono in discussione i valori fondamentali che essi stessi rappresentano? Ma…. Misteri di questa CGIL!
All’ inagurazione della nuova sede hai affermato che il periodo buio era passato, che bisognava guardare avanti e che era stata ripristinala la democrazia. Quale democrazia?
Quella dove ci sono solo amici o nemici? Quella dell’autoritarismo assoluto, dove non c’è spazio al dibattito e alla libera espressione?
Quella dei rancori e delle vendette personali?
E’ questa la “democrazia che hai voluto ripristinare a Grosseto” ? Spero di no.
Ma purtroppo questo è il risultato.
E allora mi chiedo e ti chiedo come può la CGIL dei diritti e soprattutto tutto il suo gruppo
dirigente permettere che accadano i fatti sopra esposti o peggio ancora cercare di nasconderli distorcendoli e stravolgendo la verità?
Perché anche da parte tua queste diverse sensibilità ?
Eppure i regolamenti e lo statuto recitano che i dipendenti e gli iscritti hanno diritto alla piena tutela sia individuale sia collettiva dei propri diritti e interessi economici, sociali, professionali e morali , ma a quanto pare i fruitori di detti diritti sono ad assoluta discrezione di chi detiene il potere pro - tempore di questa CGIL.
Ai noi che brutta fine se questo è il gruppo dirigente selezionato per rigenerare la CGIL!
Gli oltre 30 anni di militanza in questa organizzazione mi hanno comunque insegnato a combattere per affermare i diritti della persona e, anche se da sola, lotterò fino in fondo con ogni mezzo consentito per salvaguardare e difendere la mia integrità morale e professionale.
Attendo una tua risposta alla quale sono convinta di avere diritto, in un dialogo corretto e leale tra compagni, senza ricorrere ai clamori dei media.
Cordialmente.
Marinella Tonini
Grosseto, 29 Settembre 2008
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