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lunedì 2 febbraio 2015

Fate oscurare la nostra pagina di Facebook e noi ci riprendiamo la rete con un clik. Non tapperete la bocca alla verità.

Il nostro profilo Facebook è stato nuovamente oscurato, nel giro di pochi giorni, in seguito a segnalazioni. Non possiamo, ovviamente, dire con certezza i nomi di chi ha effettuato tali segnalazioni. Possiamo però facilmente supporlo. A chi può dare tanto fastidio la nostra presenza su Facebook? 

Mentre siamo in attesa di capire come muoverci, abbiamo già allertato la stampa e stiamo facendo circolare il link di questo blog sui profili dei nostri amici. Infatti, il nostro contatore ha già registrato ben 100 collegamenti, nel giro di mezz'ora.

Se non altro, la censura su Facebook sta, paradossalmente, facendo molta pubblicità alle nostre vicende. Si chiamano effetti collaterali del bavaglio. 

Vi ringraziamo tutti, per il supporto che ci state dando, per la solidarietà, l'amicizia, le parole di sostegno. Ci scusiamo con quanti avevano scritto alla nostra mail privata di Facebook per avere chiarimenti sulle nostre storie, non abbiamo fatto in tempo a rispondervi.

Continueremo la nostra battaglia da qui...al momento. Ma torneremo presto, più forti di prima. Mai in ginocchio, sempre a testa alta. 

Agli amici, intanto, chiediamo di aiutarci - se volete - continuando a far circolare il link del nostro blog sui vostri profili Facebook e Twitter e chiedendo anche ai vostri contatti di fare lo stesso.




venerdì 30 gennaio 2015

A proposito di libertà di stampa e di espressione


Qualche giorno fa il Tribunale di Roma I Sezione Civile ha rigettato il ricorso intentato dalla Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori contro la Rai Radio Televisione Italiana e, nello specifico, contro il giornalista Luigi Monfredi che si era limitato - facendo onore al suo ruolo di giornalista - a dare voce alla protesta che questo Comitato ha organizzato sotto la sede della CGIL Nazionale, per chiedere un incontro al Segretario Camusso (Servizio di Luigi Monfredi)

Ieri qualcuno deve aver pensato che la possibilità di divulgare tali informazioni sul nostro account Facebook - mettendo così a conoscenza l'opinione pubblica di quanto accade giornalmente -  fosse troppo pericolosa e così, in modo assolutamente inaspettato e privo di alcuna ragione, siamo stati bannati dal noto Social Network alla stregua di gruppi xenofobi e che istigano alla violenza, dietro segnalazione. 

Quanti ci conoscono, sanno perfettamente che in quel profilo non sono mai stati fatti attacchi personali. Ci siamo piuttosto limitati a rendere pubblici i nostri ricorsi e gli atti dei processi (anch'essi pubblici, tra l'altro). 

E' chiaro che diamo fastidio, che ci vogliono zitti e obbedienti. Ma noi continuiamo a resistere e vi ricordiamo che potrete farci chiudere il profilo altre mille volte e altrettante lo riapriremo, instancabilmente alla ricerca di quella verità che volete a tutti i costi nascondere. Potete tapparci la bocca, continuare a denigrarci e a delegittimarci. NOI CONTINUEREMO A RESISTERE, nonostante tutto. 

Alleghiamo il testo della sentenza, per dovere di cronaca.





giovedì 9 ottobre 2014

SIAMO SU WIKIPEDIA SU UNA PAGINA MOLTO SPECIALE...




Interessante scoprire come un blog possa diventare tanto importante da finire su Wikipedia. Ma è ancora più interessante scoprire che questo blog che raccoglie le storie dei licenziati dalla CGIL sia finito proprio dentro la pagina wikipedia della CGIL stessa...ironia della sorte.

Ogni tanto possiamo concederci un sorriso.




martedì 30 settembre 2014

Alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate da Susanna Camusso ai microfoni della trasmissione L'aria che tira

I lavoratori e le lavoratrici licenziati dalla CGIL i cui processi sono, in alcuni casi, ancora aperti o – come nel caso di Vally Benato e Marinella Tonini – conclusi con esito favorevole vogliono fare alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso ai microfoni della trasmissione, andata in onda stamattina, 30 settembre 2014, su La 7:

stupisce apprendere che Susanna Camusso sia a conoscenza di un solo caso di licenziamento. Forse ha dimenticato infatti che, due anni fa, una delegazione del nostro Comitato è rimasta incatenata davanti alla sede nazionale della CGIL per dieci giorni, ha raccolto più di 800 firme in tutta Italia e infine ha occupato la sede del NIDIL CGIL Nazionale. Tutto questo per ottenere un incontro con la stessa Camusso.

Inoltre tutti i licenziati, prima di ricorrere alle vie legali e di rilasciare dichiarazioni ai giornali, hanno scritto sia all’ex segretario Epifani che alla Camusso e hanno interessato gli organismi appositi di garanzia sia territoriali che locali, nella speranza di essere ascoltati. Nessuno ci ha mai degnato della minima considerazione. Le uniche ragioni ascoltate dal gruppo dirigente della CGIL sono state quelle dei dirigenti che avevano posto in essere quei licenziamenti.


Inoltre restiamo sbalorditi di fronte alle affermazioni della Segretaria Camusso che – certamente – non può non essere a conoscenza tanto dei processi ancora aperti, quanto di quelli in cui la CGIL è stata condannata dal Tribunale.

sabato 27 settembre 2014

LA RISPOSTA DI ALMA BIANCO ALLE DICHIARAZIONI DELLA CGIL DI MESSINA IN SEGUITO ALLA TRASMISSIONE "VIRUS": DENUNCIO CHI MI ACCUSA AFFERMANDO IL FALSO

Egr. Direttore,
intendo replicare al comunicato della cgil che fa seguito alla mia partecipazione alla trasmissione “virus” di rai 2 del 25/9 e chiedo la pubblicazione di quanto segue:
Evidenzio anzitutto che la circostanza  che io sarei stata rinviata giudizio è falsa e gravemente diffamatoria.-
Con tale affermazione, infatti, si ingenera nei lettori il convincimento che un giudice terzo (ovvero un gup) si sia occupato delle accuse mosse nei miei confronti ed all’esito di una udienza preliminare abbia deciso il mio rinvio a giudizio ritenendo, evidentemente, dette accuse non infondate e meritevoli di un approfondimento dibattimentale.
Tutto ciò, invece, non si è mai verificato in quanto il procedimento che mi riguarda ha seguito un diverso iter essendo stata io oggetto di una ben diversa "citazione diretta" a giudizio effettuata  dall’ufficio di procura senza che vi sia stato il vaglio di alcun giudice terzo.
in buona sostanza il processo che mi riguarda si sta celebrando su impulso dell’ufficio di procura (che è una parte processuale e non un giudice) che ha avuto in carico le denunzia del sindacato nei miei confronti.Solo la sentenza definitiva potrà dire se le dette accuse sono fondate ed è certamente errato, e denigratorio, fare credere che le stesse siano già state vagliate da un giudice super partes che avrebbe poi decretato il mio rinvio a giudizio. Nel comunicato in questione è contenuta quindi una informazione gravemente diffamatoria per la quale mi riservo di duolermi nelle opportune sedi giudiziarie nei confronti di tutti i responsabili.
Per quanto attiene poi all’esito delle mie denunce è importante rilevare che dal provvedimento di archiviazione del gip di Messina emergono profili diversi da quelli che si cerca di veicolare attraverso il comunicato in questione. Basta esaminare il detto provvedimento (di poche righe) per rendersi conto che una parte delle mie accuse è stata archiviata solo perché gli inquirenti hanno rilevato che il reato di falso in bilancio non è contestabile alle associazioni sindacali ed in parte perché essendo stata io accusata di distrazioni ai danni del sindacato le mie affermazioni sarebbero astrattamente poco attendibili.Ciò detto lascio al lettore ogni conseguente valutazione in merito alla ben diversa interpretazione sul punto contenuta nel comunicato della cgil.
Sono infine pronta e disponibile a riprendere alle domande di qualsiasi autorità giudiziaria che fosse interessata (in qualsiasi parte d’Italia) ad approfondire i temi della mia intervista, ad indagare più a fondo sui fatti che ho pubblicamente rappresentato e ad acquisire le prove di cui dispongo. La ringrazio per lo spazio che vorrà riservarmi sulla sua testata.

Alma Bianco