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domenica 30 gennaio 2011

LA RISPOSTA DEL COMITATO ALLE DICHIARAZIONI DI MARIELLA MAGGIO SU LA STAMPA DI OGGI


Vogliamo ringraziare innanzitutto La Stampa e in particolare il giornalista Antonio Salvati per aver ospitato la nostra denuncia e aver dato voce - con parole corrette e rispettose delle diverse posizioni - al nostro disagio di lavoratori licenziati dalla CGIL.
Riteniamo giusto comunque replicare alle dichiarazioni rilasciate da Mariella Maggio, segretario generale della CGIL Sicilia, che ringraziamo per l’alta considerazione e il rispetto che dice di avere nei confronti del nostro Comitato.
Nello specifico, nel caso di Alma Bianco, la compagna dichiara quanto segue:  << si è innocenti fino a prova contraria, ovvero fino a quando il giudice non emette sentenza. Viviamo infatti in un paese nel quale si aspettano tre gradi di giudizio prima di condannare una persona e decidere se sia colpevole o meno. Dunque in merito al mio licenziamento si aspetta il parere del Giudice come da procedura civile in corso. La Segretaria dimentica di dire che il mio licenziamento è avvenuto durante il periodo di malattia e che, prima ancora di essere denunciata (esattamente tre mesi prima), la sottoscritta aveva inviato alla Maggio - nella sua qualità di massimo dirigente regionale della CGIL - e a tutti gli organismi nazionali, una lettera accurata (mezzo raccomandata) nella quale si denunciavano tutte le irregolarità amministrative. Tale denuncia avrebbe dovuto dar seguito a un’accurata verifica che la stessa Maggio aveva il dovere di porre in essere (cosa che, invece, non è assolutamente avvenuta). Rispondere al giornalista del quotidiano La Stampa - come ha fatto la Maggio - che “a Messina ci sono denuce di ammanchi” sembra molto riduttivo e in parte non vero, perché le denunce sono anche per truffa (truffa riferita a tutto ciò che mi è stato chiesto di fare dall’organizzazione, guarda caso solo nel 2009). La Sig.ra Maggio dovrebbe avere il coraggio di spiegare se tutto quanto da me denunciato è stato da lei verificato e se, soprattutto, sono stati presi dei provvedimenti a tutela dell’organizzazione, nei confronti di quei dirigenti da me menzionati. Non mi risulta che qualcuno sia stato sospeso, anzi pare proprio che ad oggi la CGIL di Messina si rifiuti persino di pagarmi le spettanze arretrate (malgrado siano state rilasciate alla stampa notizie differenti nelle quali si affermava che mi era stato corrisposto tutto). Chiedo ancora alla Maggio se è a conoscenza del fatto che copia di assegni a me intestati sono stati presentati all’Ispettorato del Lavoro di Messina come se la sottoscritta nel frattempo avesse percepito quelle somme dovutegli (cosa messa per iscritto dallo stesso Ispettorato del Lavoro in una lettera a me inviata). In data 1 luglio del 2010 ho presentato un esposto alla Guardia di Finanza, la quale – sono sicura - avrà modo di verificare tutto quanto da me denunciato. In quella occasione mi aspetto che la Sig.ra Maggio dichiari ancora che a Messina ci sono denunce per ammanchi.>>
Romina Licciardi sottolinea invece che ha lavorato in CGIL per 13 anni e che, dopo essersi rifiutata di firmare una lettera contenente le sue immediate ed irrevocabili dimissioni ed aver denunciato quanto accaduto pubblicamente, abbia subito una serie di azioni vessatorie sfociate poi nel suo licenziamento. Aggiunge Romina <<alla Maggio dico che i certificati medici della sottoscritta sono stati regolarmente presentati come sarà dimostrato ampiamente dalle carte di cui il Tribunale è già in possesso>>.
Infine in merito al fatto che, come asserisce la Segretaria Maggio, <<un contratto a progetto non prevede assunzione a tempo indeterminato>> Alessandra Mangano, che con un contratto di lavoro a progetto ha lavorato, seppur svolgendo mansioni di segretaria, dichiara quanto segue: <<La Maggio dovrebbe sapere che il caso denunciato dalla sottoscritta presenta palesi violazioni del regolamento stesso della CGIL, per quanto concerne la parte relativa ai contratti di collaborazione a progetto. Consiglierei a tal proposito di andare a guardare l’articolo 12 del predetto regolamento, nel quale si afferma esplicitamente che “in nessun caso potranno essere attivati per attività riferibili al normale funzionamento dell’organizzazione e che il progetto dovrà dettagliatamente specificare il risultato cui esso è finalizzato nonché il tempo necessario per raggiungerlo”. Dunque bisognerà spieghera al giudice del lavoro, in prima istanza e alla CGIL poi, come sia possibile che proprio la CGIL faccia un contratto di lavoro a progetto per far svolgere poi attività di segretario/a al proprio dipendente>>. Il Comitato ritiene gravissimo che la massima istanza del Sindacato in Sicilia, affermi con naturalezza che nelle strutture della CGIL vi siano persone che lavorano con forme contrattuali che favoriscono la precarietà e offendono la dignità del lavoro e dei lavoratori e sulle quali la CGIL stessa ha organizzato campagne e manifestazioni nazionali.
Ricordiamo inoltre alla Maggio che nessuno di noi ha scambiato la CGIL come un “ufficio di collocamento”, come sostiene la stessa segretaria regionale, anzi, a onor di cronaca, sarebbe meglio non toccare questo tasto in quanto molti sono i figli, le mogli e le conviventi di dirigenti sindacali che sono assunti dalla CGIL a tempo pieno e sui quali siamo disposti a ricordarle anche i nomi.
Molti parenti di grandi sindacalisti che hanno fatto la storia gloriosa di questo sindacato oggi lavorano in CGIL, svolgendo la loro professione in maniera encomiabile e nessuno si permetterebbe mai di rimproverar loro di essere figli di qualcuno. Anzi, la loro parentela dovrebbe essere motivo di vanto e di orgoglio per la CGIL, visto che – nella maggior parte dei casi – quei parenti hanno contribuito non solo a rendere grande il sindacato nel quale hanno militato con spirito di servizio, finezza intellettuale e onestà morale, ma con la loro opera, hanno scritto una pagina fondamentale della storia di questo paese.

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