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martedì 19 aprile 2011


Il Comitato dei Lavoratori licenziati dalla CGIL ringrazia il TG1 per aver dato voce alle nostre tristi vicende. A quanti ci hanno accusato di esserci fatti “strumentalizzare” rispondiamo che è da mesi che inviamo le nostre storie - corredate dalle denunce (esposti e ricorsi) - a tutt'’Italia. Il giornalista ha, prima di tutto, il dovere di informare. Il tg1 non ha “costruito” la notizia. Ha semplicemente voluto raccontare dei fatti che – piaccia o non piaccia – sono accaduti, come dimostra il fatto che una delegazione dei licenziati dalla CGIL è in presidio a Roma davanti la sede della CGIL nazionale ormai dallo scorso 8 aprile, rivendicando giustizia e diritti. Spiace constatare che il TG1 sia stato l’unico telegiornale a darci voce. Gli altri hanno preferito voltarsi dall’altra parte.
Non permettiamo a nessuno di dirci che ci siamo venduti alla destra. Chi conosce noi e la nostra storia di militanza (sempre a sinistra) sa bene che non è così. Siamo pronti a tirar fuori tutte le mail (con data e ora di spedizione) inviati a TUTTI - e sottolineamo TUTTI - gli organi di informazione mediatica. Non è certamente colpa nostra se ad accorgersi di quanto stava accadendo è stato solo il TG1.
Raccontare non vuol dire per forza dare torto o ragione. Raccontare non implica che non vi sia il diritto di replica. Le nostre sono storie pubbliche e supportate da denunce che sono al vaglio della Magistratura competente. Non sono cioè, parole in libertà, ma fatti. Fatti che fanno male e feriscono. Indubbiamente. Ad “infangare” non è mai chi denuncia, ma chi commette degli atti non consoni al proprio ruolo e ai valori di cui si mostra portavoce.
Dunque un ringraziamento aperto al TG1 e una richiesta pubblica a tutti i giornalisti seri e imparziali di questo paese (e sappiamo che ce ne sono tanti) di cominciare a rompere questo odioso muro del silenzio che è calato, come una pesante cortina, su di noi.

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