Visualizzazioni totali

sabato 9 aprile 2011

LE PRIME RISPOSTE DEI LICENZIATI ALLA LETTERA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DELLA CGIL



Romina Licciardi: Si apprende che il licenziamento è avvenuto in quanto la lavoratrice mentre era in malattia svolgeva attività lavorativa per un ente pubblico.
la Licciardi non ha mai fatto mistero di svolgere su indicazione della Cgil di Sicilia il compito di Consigliera di Parità (figura prevista dalla normativa vigente) e che l'attività non si configura quale attività di lavoro dipendnete.
Si è nella convinzione che il licenziamento intimato sia pretestuoso oltrechè illegittimo.


Alma Bianco: Sostenere che il licenziamento sia avvenuto in quanto la stessa si era appropriata indebitamente di somme appartenenti all'organizzazione è un'affermazione forte che potrà essere oggetto di valutazione legale a maggior ragione che è stata presentata una denuncia all'Autorità Giudiziaria che fino a oggi non rappresenta prova di colpevolezza.
Si sottolinea che la Bianco ha presentato denuncia nei confronti dei vertici della Cgil di Messina ma non sembra che si sia provveduto a licenziare i denunciati.
In casi simili con datori di lavoro diversi si è sempre sostenuto che il lavoratore andava trasferito in mansioni diverse o sospeso con diritto alla retribuzione in attesa che la Magistratura concludesse le proprie indagini.
Forse queste regole non trovano applicazione all'interno della Cgil?


Alessandra Mangano: In relazione alla risposta della segreteria nazionale della Cgil alla petizione delle donne licenziate dalla CGIL a Susanna Camusso, mi limito a osservare che sarà il giudice del lavoro adito a decidere se il contratto a progetto stipulato con il Centro Studi della Cgil Siciliana fosse viziato da irregolarità tali da renderlo nullo.


Barbara Tundis: Trovo la replica della Camuso alla nostra  petizione pubblica inadeguata, soprattutto nel momento in cui si riferisce singolarmente ai casi delle firmatarie.
Per ciò che riguarda me, in particolare, la Camusso si limita ad affermare con estrema sufficienza che la Sig. Tundis Barbara si è dimessa volontariamente per ragioni di studio, sorvolando su tutte le denunce da me avanzate. Insomma poco importa che io mi sia dimessa perché non accettavo di far parte di un organizzazione sindacale che nelle piazze lottava per i diritti dei lavoratori  e subito dopo mi  chiedeva di capire che non c’erano le condizioni economiche per regolarizzare la mia situazione lavorativa, non merita menzione l’aver denunciato di aver lavorato a nero per la CGIL, ancor meno interessante, per la Camuso, il fatto che avevo un contratto part-time mentre lavoravo a tempo pieno nella camera di lavoro di Cetraro. Nessuna considerazione a riguardo, nessuno mi ha convocato per ascoltare le mie ragioni, nonostante l’11 Novembre in occasione della manifestazione organizzata dal comitato dei precari e dei licenziati della CGIL presso la sede della CGIL Nazionale, il segretario confederale Enrico Panini avesse affermato che avrebbe incaricato il segretario Comprensoriale di Castrovillari Angelo Sposato di analizzare la mia vicenda.
Da allora solo silenzio, ed oggi, dopo aver chiesto un incontro con il segretario nazionale della CGIL , dopo l’ennesima protesta del Comitato dei precari e dei licenziati della CGIL  arriva la gelante replica SCRITTA della Camusso.

Nessun commento:

Posta un commento