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venerdì 8 aprile 2011

LA RISPOSTA DELLA CGIL NAZIONALE ALLA PETIZIONE DELLE DONNE LICENZIATE PERVENUTACI STASERA ALLE ORE 20,34

Stasera, alle ore 20,35, dopo il servizio del TG1, ci è arrivata la risposta della Segreteria Nazionale della CGIL alla nostra petizione inviata a Susanna Camusso in data 6 marzo 2011.

PETIZIONE “LICENZIATE”
Ai sottoscrittori della petizione “donne licenziate dalla Cgil”
Alle firmatarie della stessa.
La petizione che ci è stata inviata contiene molte valutazioni generali che,
ovviamente, ci trovano d’accordo a partire dall’affermazione che non vi sono per
la CGIL lavoratrici di seria A e di serie B.
Altre, invece, non corrispondono ai casi indicati e, così proposte, offendono
l’organizzazione ed alcune nostre dirigenti in particolare.
Vorremmo, inoltre, sottolineare che si mettono insieme storie assolutamente
diverse, al fine di cercare un caso collettivo su cui costruire una polemica
pubblica e questo non fa agio proprio a quei casi dove la CGIL potrebbe aver
commesso degli errori.
Cogliamo nella lettera di accompagnamento una richiesta di “punizioni”, come
conseguenza dei documenti approvati al Congresso di Rimini, che non sarebbero
state fatte. Ci duole segnalarvi che siete poco informate e che, tra l’altro, proprio
per correggere il rischio di scelte che poi potrebbero sollevare problemi, abbiamo
reso regola formale il divieto all’assunzione in CGIL di parenti fino al terzo grado.
Inoltre, come vedrete di seguito dall’esame delle singole situazioni, dove
abbiamo riscontrato responsabilità dell’organizzazione si è provveduto.
Così come crediamo sia utile precisare che alcuni di questi casi sono in sede
giudiziaria, e quindi non più oggetto di “riunioni” politiche ma di comunicazione tra
avvocati.
Siamo certi che molte delle sottoscrizioni sono avvenute nella convinzione di
avere tutte le informazioni necessarie.
Rispettando la vostra scelta, vorremmo però fornire qualche informazione, così
come documentate dalle strutture interessate che, forse, potrebbero portare ad
una diversa valutazione di quella che emerge dalla lettura della petizione da voi
sottoscritta.
1) Alma Bianco, amministratrice di diverse categorie della CGIL di Messina.
Viene licenziata perché ritenuta responsabile di una serie di sottrazioni di risorse
pari all’ordine di varie decine di migliaia di euro. La CGIL di Messina ha
presentato anche denuncia alla competente Procura della Repubblica.
2) Dott.ssa Alessandra Mangano, ha completato la collaborazione a progetto
per la quale aveva un regolare contratto.
3) Romina Licciardi, viene interrotto il rapporto di lavoro perché svolgeva
attività presso un ente pubblico nel periodo di assenza per malattia. Alla signora
è stata offerta una ricollocazione che è stata rifiutata.
4) Simona Miceli, pur convinti delle ragioni a favore della struttura locale, ma
vista la complessità della situazione, si è cercato ripetutamente una intesa alla
quale non è stato dato seguito non per responsabilità della CGIL. Val la pena di
segnalare che nel corso di un diverbio con la signora Miceli, il segretario
generale della confederazione interessata si lasciò andare ad espressioni non
coerenti con il proprio ruolo ed è stato prontamente rimosso dall’incarico.
5) Barbara Tundis, la signora si è volontariamente licenziata per seguire la
propria attività di studio.
Ringraziando per l’attenzione
La Segreteria nazionale della CGIL

1 commento:

  1. il testo della mozione di rimini li inchioda. riconoscono all'unanimità tutta una serie di violazioni e si impegnano ad affrontare la questione. e poi stasera in agenzia dicono che il tg1 ha detto cose false. per aspera ad astra.
    luigi monfredi

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